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Il cinema si pone da sempre l’obiettivo di intrattenere e coinvolgere gli spettatori. Per farlo, registi e sceneggiatori hanno provato a diffondere le loro idee, sempre tenendo presente la volontà del pubblico e del target da loro stabilito: c’è chi ha creato format e personaggi che sono entrati nell’immaginario collettivo, c’è chi ha voluto puntare tutto sulla risata facile, chi sulla denuncia sociale, con film “impegnati”. Poi ci sono quei registi che intendono essere innovativi, che riescono a sintetizzare in un paio d’ore la satira religiosa, la commedia surreale e la drammaticità delle storie di sei individui, con i loro problemi, le loro manie e le loro preoccupazioni, personalissime, ma forse comuni e rappresentative dei demoni di chiunque. È il caso del regista Jaco Van Dormael, nato a Ixelles, in Belgio, che propone, con il suo quarto lungometraggio, Le Tout Nouveau Testament, titolo originale de Dio esiste e vive a Bruxelles, una pellicola che lascia letteralmente a bocca aperta. L’incipit è semplice e ci viene spiegato subito dalla voce fuori campo di una innocua, almeno apparentemente, bambina di 10 anni: Dio (Benoit Poelvoorde) esiste, vive a Bruxelles, in una casa senza ingresso, ha un figlio, scappato di casa contro la sua volontà ed una figlia (la bambina che parla, interpretata da Pili Groyne), stufa di subire l’ira del padre, depresso e frustrato, che si diverte a far soffrire gli uomini, impartendo comandi ed inventando leggi universali contro il genere umano, il tutto usando il suo computer, senza il quale non riuscirebbe a compiere alcun miracolo. E in quella casa c’è anche la moglie di Dio (Yolande Moreau), anche lei potenzialmente una dea, anche se di fatto vive come la tipica donna succube del marito padrone, al quale non riesce a ribellarsi. In questa situazione surreale ogni azione compiuta da questa assurda famiglia suscita in automatico risate e divertimento, poi subentrano i sette strampalati personaggi “terreni”, i sei “nuovi apostoli” e l’autore del Nuovo Nuovo Testamento, che la figlia di Dio vuole fargli scrivere, scavalcando il padre con l’intento di portare serenità e di annullare l’ascendente del padre sugli uomini. C’è l’erotomane, la donna di mezza età insoddisfatta della sua vita, l’assassino, la ragazza bellissima, ma chiusa e timorosa nelle relazioni umane, l’uomo dall’animo avventuroso, rinchiuso in un ufficio per sopravvivere, il bambino incerto della propria sessualità ed infine lo scrittore del nuovo testo sacro, un barbone analfabeta. Le loro storie rappresentano l’umanità, sono un tripudio di difetti e problemi, ma anche di desideri e sogni irrealizzati. Le loro vite sono attraversate da una gran voglia di affermarsi, di riprendere il pieno controllo della loro esistenza, sempre condizionata dalle circostanze, da delle leggi universali, quasi divine, in realtà insensate ed ingiuste, inesistenti dopo che si prende coscienza del potere della forza di volontà. Dio esiste e vive a Bruxelles è un’altalena sospesa nel nulla, irreale, ma è, allo stesso tempo, basato sulla cruda realtà, riesce ad essere nostalgico, profondo, ma comunque divertente. Questo film è un sogno ad occhi aperti che apre la mente e ti fa svegliare più sereno.

Pubblicato su Ultimissime.eu