Ryan Coogler dirige lo spin-off della mitica saga di Rocky, portando sullo schermo la storia del figlio di Apollo Creed, Adonis, interpretato dal giovane Michael B. Jordan. Questo film vede Sylvester Stallone vestire nuovamente i panni di Rocky, stavolta nel ruolo di allenatore ed ispiratore del giovane Creed. Il rapporto tra Rocky e Adonis è difficile da definire, è difficile comprendere chi dei due stia imparando qualcosa dall’altro. Rocky, grazie al ragazzo, si riavvicina al mondo della boxe e ritrova nella sua tenacia e nella sua forza giovanile l’ispirazione e l’energia per affrontare un ultimo decisivo incontro, fuori dal ring, che vale la vita. Adonis, grazie a Rocky, non si limita a migliorare la sua tecnica di combattimento, ma vive un rapporto simile a quello che c’è tra un padre ed un figlio, provando a colmare, almeno in parte, il grande vuoto lasciato dalla morte di suo padre, che non ha mai conosciuto. Tutto ciò che suo padre gli ha lasciato è il cognome: Creed. Adonis soffre costantemente l’enorme peso del confronto con Apollo, sospeso tra la voglia di dimostrare al mondo il suo valore e la paura di essere visto come un semplice “figlio d’arte”, che sfrutta le sue origini per affermarsi in un ambiente complesso come quello della boxe. Creed-Nato per combattere è, sostanzialmente, il classico film sul pugilato, fatto di allenamenti, scene e dialoghi motivanti, che si ripetono da anni, ininterrottamente, con il solito incontro importante da preparare, la voglia di affrontare i propri problemi sul ring, scaricando tutte le tensioni sull’avversario. Non c’è niente di nuovo, sono pochi i momenti in cui il regista ha “osato” uscire dagli schemi tradizionali del genere e sono legati soprattutto al personaggio di Rocky e al peso del cognome “Creed”. Per gli amanti della saga di Rocky vi sono diversi riferimenti che fanno l’occhiolino soprattutto ai fan più accaniti, ma neanche questo basta a rendere il film un prodotto degno di nota. Uno dei motivi per cui Creed è finito nell’occhio del ciclone della critica è stata l’interpretazione di Sylvester Stallone, ma in particolare la sua vittoria del Golden Globe e la sua candidatura agli Oscar come miglior attore non protagonista. Il premio e la candidatura sembrano essere un omaggio, un riconoscimento alla carriera dell’attore e al suo personaggio, perchè Sylvester Stallone, qualunque ruolo interpreti, resta e resterà sempre Rocky Balboa. In questa pellicola l’attore non fa altro che interpretare lo stesso Rocky, un po’ più vecchio, senza brillare particolarmente, senza fare il salto di qualità che un artista premiato agli Oscar dovrebbe avere. Nonostante ciò, il Golden Globe è già nelle sue mani e non è escluso affatto un suo trionfo, nella magica notte del 28 febbraio, al Dolby Theatre di Los Angeles. Certo, appare evidente, guardando i nomi e le interpretazioni degli altri candidati, come una sua eventuale vittoria sarebbe ingiusta dal punto di vista artistico, vista la superiorità dei vari Christian Bale (La grande scommessa), Tom Hardy (The Revenant), Mark Rylance (Il ponte delle spie), in attesa di un altro grande attore, Mark Ruffalo (Spotlight, nelle sale italiane dal 18 febbraio 2016). Dopo aver vistoCreed, sorge spontanea una domanda: i film sul pugilato, tutti praticamente identici negli ultimi anni (tranne qualche rara eccezione, come The fighter), hanno ancora qualcosa da offrire nel panorama cinematografico mondiale?
Pubblicato su PugliaPress
Una recensione coraggiosa e severa, ma anche giustissima: non si può fingere che questo film sia bello solo perché c’è uno Stallone dal passato glorioso che gioca a passare il testimone…
Oramai provo imbarazzo quando vedo Sly recitare, persino in un guilty-pleasure come il suo franchise degli “The Expendables”: aldilà delle vasche di botox che si è iniettato o dei beveroni da palestrato che si è bevuto, mi sembra che sia diventato una sorta di caricatura di se stesso, un meme ambulante, una specie di alter-ego del Chuck Norris leggenda metropolitana (non il Chuck Norris attore senza valore, ma il Chuck Norris mito del web e delle barzellette).
Siamo lontani anni luce dallo Stallone che scrisse la sceneggiatura del primo Rocky (che comunque non vinse l’oscar, giacché il film si prese tre statuette, per la regia, per il montaggio ed per il miglior film), ma soprattutto non siamo nel mito, ma nel reboot: non è infatti un mistero che l’idea dei produttori era quella di creare una nuova saga, visto che dopo “Rocky Balboa” (giusto anche chiamarlo “Rocky 6”) era impossibile continuare con i sequel e piuttosto che abbandonare la saga, la si volle riscrivere.
Per me ci sono tanti bellissimi film con protagonisti dei pugili (uno dei più belli tra i recenti è senza dubbio quello del nostro amico Russell da te citato nel post), in cui la boxe fa da sfondo ad una storia più ampia o persino da metafora, ma un solo grande immenso film sulla boxe, quel “Raging Bull” di Scorsese che segnò una tacca ancora insuperata e forse anche il quasi sperimentale “Day of the Fight” di un giovanissimo Stanley Kubrick.
Detto questo, Dave, sono quasi retorico nel rinnovarti il mio stupore per come tu sia oramai da tempo riuscito a trovare una tua strada ed un tuo modo di fare critica così maturo e sicuro di sé.
Sappi che non è cosa assolutamente comune, perché in genere alla tua età si tende a copiare per compiacere o per paura di sbagliare, mentre tu hai coraggio ed in più ci azzecchi anche!
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Sottoscrivo ogni parola riguardo i film con protagonisti dei pugili: bisogna tornare indietro di parecchi anni pee trovare qualche pellicola valida fra le tante di questo genere (con pochissime eccezioni). Stallone è una macchietta, posso tranquillamente ribadire che non merita assolutamente non solo la statuetta, ma anche la candidatura agli Oscar. La candidatura è per Rocky Balboa, non per l’attore in sé, questo è evidente, ma sarebbe decisamente ingiusta una sua vittoria. Rinnovo il mio “grazie” ai tuoi complimenti, e, anzi, rinnovo anche i miei complimenti per la tua serie di post sulla figura dell’eroe, del samurai e del cowboy, in attesa della prossima parte! Mi hai davvero conquistato con quegli articoli!
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Grazie Dave!
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Noi siamo state meno severe con Creed, il film a noi è piaciuto e anche parecchio però non possiamo che concordare con te riguardo l’evoluzione un po’ stantia del genere. In ogni caso se ti va passa a leggere la nostra recensione, magari ti faremo ricredere 🙂 https://collettivod.wordpress.com/2016/02/25/creed-quando-lo-spin-off-e-fatto-bene/
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Benvenute sul mio blog! Purtroppo non sono riuscito ad apprezzare questo film, fatico sempre più a vedere film di questo genere, quasi tutti uguali e che, almeno a me, non riescono a trasmettere nulla. Comunque vado a leggere la vostra recensione, fa sempre benr cercare punti di vista diversi! 😉
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Speriamo di riuscire nell’impresa 😀
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